domenica 28 giugno 2009

USA - Brasile 2-3 Highlights - Finale Confederation Cup

USA BRASILE 2-3 HIGHLIGHTS AMPIA SINTESI SKY SPORT 24 HD FINALE CONFEDERATION CUP 28 06 09

venerdì 26 giugno 2009

RIP Mike :(

Zhibit - Yo Dawg Recursion

Berlusconi e le escort

Berlusconi: "Tutti gay lì?"

BERLUSCONI AGLI OPERAI "TUTTI GAY LI'?LE VELINE VE LE PORTO IO!"

Berlusconi scherza con gli operai del cantiere di Sant'Elia, dove si costruiscono alloggi per i terremotati
"Le veline ve le porto io", ha aggiunto il premier.

Raccolta foto luoghi abbandonati

Ciudades abandonadas (90 fotos)

http://ziza.es/2009/06/23/Ciudades_abandonadas_90_foto.html

Sgarbi difende Berlusconi

Sgarbi e la gnocca ricostituente.

In un'intervista a "La Zanzara" su Radio 24, Vittorio Sgarbi dice la sua su Berlusconi e le presunte feste frequentate da escort

mercoledì 24 giugno 2009

Charles Bukowski - Figlio del Demonio

(dalla raccolta "Niente canzoni d'amore")

Io avevo undici anni, e i miei due compagni, Hass e Morgan, ne avevano dodici tutti e due, ed era estate, niente scuola, noi ce ne stavamo al sole seduti sull'erba dietro al garage di mio padre a fumare sigarette.
«Merda,» dissi io.
Io stavo seduto sotto un albero. Morgan e Hass avevano la schiena appoggiata al muro del garage.
«Che hai?» chiese Morgan.
«Bisogna che lo sistemiamo, quel figlio di puttana,» dissi. «è una vergogna per tutto il quartiere!»
«Chi?» chiese Hass.
«Simpson,» dissi io.
«Ah, sì,» disse Hass «troppe lentiggini. Mi fa incazzare.»
«Non è questo,» dissi io.
«Ah no?» disse Morgan.
«Già. Quel figlio di puttana si è messo a dire che la settimana scorsa si è scopato una ragazza sotto casa mia. è una bugia! Una sporca menzogna del cazzo!» dissi io.
«Certo che è una menzogna,» disse Hass.
«Ma se quello manco è buono, a scopare,» disse Morgan.
«Però a dire cazzate è buono,» dissi io.
«A me i bugiardi non piacciono per niente,» disse Hass, facendo un anello di fumo.
«A me non piace quando uno con tutte quelle lentiggini si mette a dire queste cazzate,» disse Morgan.
«Beh, allora magari è meglio se gli diamo una regolata,» suggerii.
«Perché no?» chiese Hass.
«Andiamo,» disse Morgan.
Entrammo nel vialetto di Simpson e lui stava lì e giocava a far rimbalzare una palla contro la porta del garage.
«Ehi,» dissi « guarda chi c'è che gioca solo soletto!»
Simpson aspettò il rimbalzo, acchiappò la palla, e si voltò verso di noi.
«Ciao, ragazzi!»
Noi lo circondammo.
«Ti sei fatto qualche ragazza sotto casa di qualcuno, uno di questi giorni?» chiese Morgan.
«Mah!»
«E come mai?» chiese Hass.
«Uh, boh.»
«Per me tu al massimo ti sei fatto una sega,» dissi io.
«Adesso devo andare dentro,» disse Simpson. «Mia madre mi ha detto di lavare i piatti.»
«Tua madre i piatti se li sbatte su per la fica,» disse Morgan.
Noi ridemmo. Ci facemmo sotto, proprio addosso a Simpson.
Di colpo io gli mollai un destro, con forza, alla pancia.
Lui si piegò in due, tenendosi il ventre. Restò in quel modo per mezzo minuto, poi si rimise dritto.
«Mio papà sta per tornare a casa, sarà qui da un momento all'altro,» ci disse.
«Ah sì? E tuo papà, se le scopa anche lui le ragazzine sotto le case degli altri?» chiesi io.
«No.»
Noi ridemmo.
Simpson non disse nulla.
«Guarda le sue lentiggini,» disse Morgan. «Ogni volta che lui si scopa un'altra ragazza sotto la casa di qualcuno gliene spunta fuori un'altra.»
Simpson non disse nulla. Ma si vedeva che era sempre più terrorizzato.
«Io ho una sorella,»disse Hass. «Come faccio a sapere che tu non cercherai di farti anche lei, sotto una casa di queste?»
«No, Hass, non lo farò mai, te lo prometto, hai la mia parola!»
«Ah sì?»
«Sì, davvero, dico sul serio!»
«Beh, questo è per essere sicuro che non te ne scordi!»
Hass gli mollò un destro alla pancia, con forza. Simpson si piegò in due un'altra volta. Hass si chinò, prese da terra una manciata di sporcizia, e la cacciò giù per il collo della camicia di Simpson. Simpson si raddrizzò.
Aveva le lacrime agli occhi. Una femminuccia.
«Ragazzi, vi prego, lasciatemi andare!»
«Andare dove?» domandai. «Vuoi andare dalla mamma a nasconderti sotto la sua gonna in mezzo ai piatti che le cadono dalla fica?»
«Tu non ti sei mai scopato niente e nessuno,» disse Morgan. «Figurati! Tu manco ce l'hai, l'uccello! A te la piscia ti esce dalle orecchie!»
«Fa' che ti becchi soltanto a guardarla, mia sorella,» disse Hass «e ti do tanti di quei cazzottoni che ti faccio diventare tutto una lentiggine!»
«Lasciatemi andare, dài, per favore!»
Un po' mi veniva da lasciarlo andare. Magari non se n'era mai scopata nessuna. Magari era stato solo un sogno ad occhi aperti. Solo che io ero il leader, giovane e deciso.
Non potevo mostrare simpatia per lui.
«Simpson, tu adesso vieni con noi.»
«No!»
«No i miei coglioni! Tu vieni con noi! Avanti, march!»
Gli girai attorno e gli mollai un calcione nel didietro.
Lui fece uno strillo.
«Statti zitto!» gridai. «Stattene zitto o sarà peggio per te! E adesso, march!»
Lo portammo via passando dal vialetto di casa sua, attraverso il prato e poi per il vialetto di casa mia, fin dentro il giardino sul retro.
«E ora, sta dritto!» dissi. «Mani sui fianchi! Adesso terremo una corte marziale volante!»
Mi voltai verso Morgan e Hass e dissi: «Tutti coloro che ritengono quest'uomo colpevole di aver mentito dicendo che si è scopato una ragazza sotto casa mia dicano "colpevole"!»
«Colpevole,» disse Hass.
«Colpevole,» disse Morgan.
«Colpevole,» dissi io.
Mi voltai verso il prigioniero.
«Simpson, lei è stato riconosciuto colpevole!»
Le lacrime a questo punto si erano messe a uscire per davvero.
«Io non ho fatto niente,» singhiozzò.
«è proprio questa la tua colpa,» disse Hass. «Una sporca menzogna!»
«Ma voi altri state a dire bugie tutto il tempo!»
«Non sulle scopate,» disse Morgan.
«Ma se è la cosa su cui ne dite di più, di bugie! è da voi che ho imparato!»
«Caporale,» mi voltai verso Hass «imbavagliate il prigioniero! Sono stufo delle sue fottute menzogne!»
«Signorsì!»
Hass corse fino ai panni stesi ad asciugare e trovò un fazzoletto e uno strofinaccio da cucina. Mentre noi tenevamo fermo Simpson lui gli ficcò il fazzoletto fra i denti e poi gli legò lo strofinaccio sulla bocca. Simpson emise dei suoni strozzati, e cambiò colore.
«Ce la fa a respirare, secondo te?» chiese Morgan.
Basta che respiri dal naso,» dissi io.
«Sì,» assentì Hass.
«E adesso cosa facciamo?» chiese Morgan.
«Il prigioniero è colpevole, no?» chiesi io.
«Certo.»
«Bene, allora nella mia qualità di giudice io lo condanno a essere appeso per il collo fino a che morte non ne consegua!»
Simpson emise dei suoni da sotto il bavaglio. I suoi occhi ci guardavano, supplichevoli. Io andai nel garage a prendere la corda. Ce n'era un bel pezzo, piuttosto lungo, tutta arrotolato per bene, appeso a un grosso chiodo piantato nel muro del garage. Non avevo idea del perché mio padre tenesse lì quella corda. Non l'aveva mai usata, per quel che ne sapevo io. Fra poco sarebbe venuto il suo turno.
Uscii con la corda.
Simpson si mise a correre. Hass gli fu subito dietro. Si lanciò in un placcaggio volante e lo gettò a terra.
Rovesciò Simpson a faccia in su e cominciò a prenderlo a cazzotti sul muso. Io corsi verso di loro e colpii Hass in faccia, forte, con un capo della corda. Lui smise di picchiarlo. Mi guardò in viso.
«Brutto stronzo, io ti spacco il culo a calci!»
«Il giudice sono io, e la mia sentenza è che quest'uomo deve essere impiccato. Ed è quello che faremo. Lascia andare il prigioniero!»
«Brutto stronzo, sta sicuro che ti spacco il culo a calcioni!»
«Prima penseremo a impiccare il prigioniero! Poi tu e io risolveremo le nostre divergenze!»
«Altro che se le risolveremo!»
«Che il prigioniero si alzi in piedi, adesso!» dissi io.
Hass scivolò di lato e Simpson si alzò. Gli era uscito il sangue dal naso, e gli aveva macchiato il davanti della camicia. Era un rosso molto brillante. Simpson sembrava rassegnato. Aveva smesso di piagnucolare. Ma aveva gli occhi pieni di terrore, era orribile.
«Dammi una sigaretta,» dissi a Morgan.
Lui me ne mise una in bocca.
«Accendila,» dissi.
Morgan accese la sigaretta, e io tirai una boccata, buttai fuori il fumo dal naso tenendo la sigaretta tra le labbra, e intanto feci un nodo scorsoio a uno dei capi della corda.
«Mettete il prigioniero in posizione sulla veranda!» ordinai.
Sul retro c'era una veranda, e al di là di essa sporgeva il tetto. Io lanciai la corda sopra una delle travi e poi tirai giù il cappio davanti al viso di Simpson. Non avevo più nessuna voglia di andare avanti. Simpson aveva sofferto abbastanza, pensavo, ma il capo ero io, e più tardi mi sarebbe toccato fare a botte con Hass, e non potevo permettermi alcun segno di debolezza.
«Forse sarebbe meglio di no,» disse Morgan.
«Quest'uomo è colpevole!» gridai.
«Giusto!» gridò Hass. «Che sia impiccato!»
«Guarda, si è pisciato addosso,» disse Morgan.
Effettivamente, c'era una macchia scura sul davanti dei pantaloni di Simpson, e si stava allargando.
«Cacasotto,» dissi.
Passai il cappio sopra la testa di Simpson. Diedi uno strattone alla corda e Simpson si tirò su sui piedi.
Allora presi l'altro capo della corda e lo legai a un rubinetto che stava su un lato della casa. Tesi bene la corda, feci il nodo, e strillai: «Andiamocene via da questo cazzo di posto!».
Guardammo Simpson, appeso, in punta di piedi. Stava girando piano piano su se stesso, e pareva già morto.
Mi misi a correre. Morgan e Hass corsero con me. Corremmo su per tutto il vialetto, e poi Morgan ci lasciò per tornare a casa, e Hass se ne andò a casa sua. Mi resi conto che io, invece, non avevo nessun posto dove andare.
Hass! pensai. O te lo sei scordato che dovevamo fare a botte, o non ne avevi nessuna voglia.
Rimasi sul marciapiede per circa un minuto, poi tornai di corsa nel giardino dietro casa. Simpson stava ancora girando. Appena, appena, appena. Avevamo dimenticato di legargli le mani. Aveva tirato su le braccia, e cercava di diminuire la pressione sul collo, ma gli scivolavano le mani. Corsi fino al rubinetto, slegai la corda e la mollai. Simpson cadde sulla veranda, e poi rovinò in avanti sopra il prato.
Stava a faccia in giù. Lo girai e gli sciolsi il bavaglio.
Aveva un gran brutto aspetto. A vederlo, poteva anche essere sul punto di morire. Mi chinai su di lui.
«Ascoltami, brutto figlio di un cane, non crepare, io non volevo ammazzarti, davvero. Se muori, mi dispiace. Ma se tu non crepi, e vai a dire una parola a qualcuno, allora stai sicuro che sei uno stronzo morto. Hai capito bene quello che ho detto?»
Simpson non rispose. Mi guardò e basta. Aveva un aspetto tremendo. Il viso era color porpora, e aveva i segni della corda sul collo.
Mi alzai. Lo guardai per un po'. Lui non si mosse. Aveva un brutto aspetto. Mi sentii mancare. Poi mi ripresi. Feci un respiro profondo e me ne andai via per il vialetto.
Erano più o meno le quattro del pomeriggio. Mi misi a camminare. Scesi giù per il viale e poi continuai a camminare. Pensavo. Mi sentivo come se la mia vita fosse finita. Simpson era sempre stato un tipo solitario. E probabilmente si sentiva solo. Non si mischiava mai con noialtri ragazzi. Era strano, in questo senso. Forse era questo che ci dava fastidio. Eppure, c'era lo stesso qualcosa che mi piaceva in lui. Mi sentivo come se avessi fatto una cosa molto, molto cattiva, eppure, in un altro senso, no. Più di tutto, avevo questa sensazione di vuoto, che aveva il suo centro nel mio stomaco. Camminai e camminai. Arrivai fino alla strada statale, e poi tornai indietro. Le scarpe mi facevano un gran male. I miei genitori mi compravano sempre delle scarpe da niente.
Parevano buone magari per una settimana o giù di lì, e poi il cuoio cominciava a creparsi e i chiodi cominciavano a venire fuori dalle suole. Continuai a camminare, comunque.
Quando tornai sul vialetto, era quasi sera. Camminai piano lungo il vialetto ed entrai nel giardino sul retro.
Simpson non c'era. E la corda era sparita. Magari era morto. Forse era da qualche altra parte. Mi guardai intorno.
C'era il viso di mio padre nella cornice della porta.
«Entra!» disse.
Io feci gli scalini della veranda e lo superai.
«Tua madre non è ancora tornata a casa. Per fortuna. Vai in camera tua. Voglio fare quattro chiacchiere con te.»
Entrai nella stanza e mi sedetti sull'orlo del letto e abbassai lo sguardo sulle mie scarpacce. Mio padre era grande e grosso, quasi un metro e novanta. Aveva un gran capoccione, con gli occhi appesi sotto ai sopraccigli a cespuglio. Aveva le labbra spesse e le orecchie grosse.
Era cattivo senza neanche farlo apposta.
«Dove sei stato?» chiese.
«Ho camminato.»
«Camminato. Perché?»
«Mi piace camminare.»
«E da quando?»
«Da oggi.»
Ci fu un lungo silenzio. Poi riprese a parlare lui.
«Che cosa è successo oggi nel nostro giardino?»
«è morto?»
«Chi?»
«Lo avevo avvertito di stare zitto. Se ha parlato, vuol dire che non è morto.»
«No, non è morto. E i suoi stavano per andare a chiamare la polizia. Ho dovuto stare a parlare con loro un sacco di tempo per convincerli a non farlo. Se avessero chiamato la polizia, tua madre ne sarebbe morta. Lo capisci, questo?»
Io non risposi.
«Questa cosa poteva far morire tua madre, lo capisci?»
Io non risposi.
«Mi è toccato dargli dei soldi per farli star buoni. In più, mi toccherà pagare tutti i conti dei medici. Adesso te ne do tante che te le ricorderai per tutta la vita! Ti faccio passare la voglia una volta per sempre! Non voglio allevare un figlio indegno di vivere in una società civile!»
Stava in piedi sulla soglia, senza muoversi. Io guardai i suoi occhi sotto i sopraccigli folti, quel corpo così grosso.
«Voglio la polizia,» dissi. «Non voglio te. Meglio la polizia.»
Lui si mosse lentamente verso di me.
«La polizia quelli come te non li capisce.»
Io mi alzai dal letto e serrai i pugni.
«Vieni,» dissi. «Facciamo a botte!»
Mi arrivò addosso di colpo. Ci fu un lampo di luce accecante e un colpo così forte che in realtà neppure lo sentii. Ero a terra. Mi tirai su.
«Ti conviene ammazzarmi,» dissi «perché quando sarò grande abbastanza ti ammazzerò io!»
Il colpo successivo mi fece rotolare sotto al letto. Come posto dove stare sembrava buono. Guardai le molle, e non avevo mai visto niente di più meraviglioso e pacifico di quelle molle là sopra. Poi scoppiai a ridere, era una risata di panico ma mi misi a ridere, e risi perché mi era venuta in mente l'idea che magari Simpson se l'era scopata davvero una ragazza sotto casa mia.
«Che cazzo ci trovi da ridere?» strillò mio padre. «Tu devi essere il figlio del demonio, non puoi essere figlio mio!»
Vidi arrivare la sua grossa mano sotto il letto, e cercava me. Quando mi arrivò vicino, l'afferrai con tutte e due le mani e la morsicai con tutta la forza che avevo. Ci fu un ululato feroce e la mano scomparve. Sentii l'umido e il sapore della carne in bocca, e sputai. In quel momento mi resi conto che mentre Simpson era vivo io fra poco avrei potuto benissimo esser morto.
«E va bene,» sentii dire piano a mio padre «vuol dire che te la sei proprio voluta, e per dio adesso l'avrai...»
Io attesi, e mentre aspettavo tutto quello che riuscivo a sentire erano dei suoni strani. Potevo sentire degli uccellini, potevo sentire il suono delle macchine che passavano, arrivavo a sentire anche il mio cuore che martellava in petto e il sangue che correva per tutto il mio corpo. Sentivo benissimo il respiro di mio padre, e mi spostai esattamente sotto il centro del letto e aspettai quello che stava per venire.

Charles Bukowski - Stirkoff

sei un vigliacco Stirkoff.
naturalmente, signore.
qual è la tua definizione di vigliacco?
un uomo che ci penserebbe su due volte prima di lottare contro un leone solo con le mani.
e come definiresti il coraggioso?
un uomo che non sa cos'è un leone. ogni uomo crede di saperlo.
e come definisci lo stupido?
un uomo che non arriva a capire che Tempo, Struttura e Carne vengono quasi sempre sprecati.
ma allora chi è il saggio?
i saggi non esistono, signore.
se è così non esistono neppure gli stupidi. senza la notte il giorno non esisterebbe; senza il bianco il nero non esisterebbe.
mi spiace, signore. ho sempre pensato che ogni cosa fosse quel che è indipendentemente dall'esistenza di qualcos'altro.
hai infilato il cazzo in troppi vasi di fiori, ma non riesci proprio a capire che OGNI COSA è giusta, che niente può andar male?
comprendo, signore. vada come vada.
cosa diresti se ti facessi decapitare?
non potrei dir niente signore.
[...]

SATURN - Evolution of technology - Extended cinema version - HQ High Quality

SATURN - Evolution of technology - Extended cinema version - HQ High Quality

Philosop Raptor





The 33 years old virgin

Father & Son - Problemi di comunicazione

Ragazza uccisa in Iran

Viaggio in Europa - Le regole dell'attrazione

http://www.youtube.com/watch?v=KLh42MsrN6M

lunedì 22 giugno 2009

Youblob - Berlusconi e le donne

Frankie Hi-NRG MC - Quelli Che Benpensano



Sono intorno a noi, in mezzo a noi
in molti casi siamo noi a far promesse
senza mantenerle mai se non per calcolo
il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile
la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere
e non far partecipare nessun altro
nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro
niente scrupoli o rispetto verso i propri simili
perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili
Sono tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti
sono replicanti, sono tutti identici, guardali
stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere
Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno
spendono, spandono e sono quel che hanno

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
x2

E come le supposte abitano in blisters full-optional
con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland
vivon col timore di poter sembrare poveri
quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano
poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono
parton dal pratino e vanno fino in cielo
han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo
Sono quelli che di sabato lavano automobili
che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli
medi come i ceti cui appartengono
terra-terra come i missili cui assomigliano
Tiratissimi, s'infarinano
s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom !
Nasi bianchi come Fruit of the Loom
che diventano più rossi d'un livello di Doom

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
x2

Ognun per se, Dio per se
mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica
mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano
altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero
mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli
che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli
Quelli che la notte non si può girare più
quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv
che fanno i boss, che compran Class
che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica
che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara
ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera
quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera

Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
x4

Faceplant Series - Dancing Fail

Live Your Life - T.I (feat.) Rihanna

*_*'

La realtà virtuale di Augusto Minzolini: il TG1 censura la protesta degli sfollati abruzzesi

La realtà virtuale di Augusto Minzolini: il TG1 censura la protesta degli sfollati abruzzesi

domenica 21 giugno 2009

Family Guy - Peter tries to speak Italian with a moustache!

Berlusconi e le escort

"Così ci reclutavano per le feste di Berlusconi" - Intervista a Barbara Montereale Parte 1/2



"Così ci reclutavano per le feste di Berlusconi" - Intervista a Barbara Montereale Parte 2/2

Una notte da leoni - Trailer Italiano

Hanno fatto un film su di noi.

Riferito all'addio al celibato di Lisc :°D

http://www.movieplayer.it/trailer/3946/una-notte-da-leoni-trailer-italiano/

sabato 20 giugno 2009

Ed Vedder (Into the wild): Guaranteed

Video di 'Guaranteed' di Ed Vedder, tratto dalla colonna sonora di 'Into the wild' di Sean Penn. Guaranteed ha vinto il Golden Globe '08 per la miglior canzone originale. Il video, il primo da solista per Vedder - frontman dei Pearl Jam -, è stato diretto da Marc Rocco.

Berlusca sbrocca contro dei contestatori: "Poveri Comunisti!!"

Berlusca sbrocca contro dei contestatori: "Poveri Comunisti!!" (19Giu2009)
Berlusconi è stato più volte interrotto da fischi e contestazioni di un centinaio di persone presenti in piazza Gramsci. A loro si è rivolto con parole nette e dure. «Abbiamo anche la contestazione, evviva - ha detto in apertura di discorso - così almeno tutti potete capire le differenze tra noi e loro». In un crescendo di indignazione, il Premier ha urlato dal palco: «vergogna, restate poveri comunisti».

SILVIO BERLUSCONI MANDA A FANCULO TUTTI

venerdì 19 giugno 2009

Mai dire gol - Hit parade - All'improvviso uno sconosciuto

05:58
"Un po' di figa qua!?"

AJAJAHAJHAJHAJ


giovedì 18 giugno 2009

Piero Ricca - Incontro con Mara Carfagna

Public Enemies - Official Trailer [HD]

Release Date: July 01, 2009
Genre: Drama, Crime/Gangster, Adaptation
Cast: Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Channing Tatum, David Wenham
Director: Michael Mann
Producers: Kevin Misher, Michael Mann, G. Mac Brown
Studio: Universal

Plot:
Set during the Depression-era's great crime wave, the story of the government's attempt to stop legendary criminals John Dillinger, Baby Face Nelson and Pretty Boy Floyd. This operation transformed the FBI into the first federal police force from the powerless agency it once was.

http://www.youtube.com/watch?v=dWof6CovHxI

Video shock contro il fumo

Un semplice esperimento per mostrare l'effetto che fa un pacchetto di sigarette al giorno per 20 giorni. E il risultato è sorprendente

Il video, prodotto dal giapponese Samimy, sta girando sui siti di mezzo mondo.
Grazie a un aspiratore viene prelevata e trasformata in liquido la quantita di condensato, o catrame, presente nelle sigarette. Una volta fatto bollire il miscuglio ed evaporata l'acqua, ecco cosa rimane...

mercoledì 17 giugno 2009

domenica 14 giugno 2009

The Meaning Of Life

Sexy Losers







Famiglia Rossi - Mi sono fatto da solo



Erano gli anni 50, andavo alla Standa insieme a mammà,
mi apparve un angelo e disse: Tuo tutto questo un bel giorno sarà!
Tornato a casa, nel bagno, ebbi un altro segno del Fato creator:
La mano prese lo spunto e mi trovai unto da Nostro Signor
Mi sono fatto da solo, sullelicottero volo,
ma non disdegno la nave, ricordo soave della gioventù
Mi sono fatto da solo, mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto i cartelli con tutti i capelli che ormai non ho più
Anni sessanta moderni: allestivo gli esterni del mio kolossal,
ma, con cinque o sei palazzine, non potevo neanche comprarmi la Spall
Sui ponti delle crociere passavo le sere a cantar La vie en rose,
Marcello, sotto la coppola, diceva: Minchia; jè nostra sta ccos!
Mi sono fatto da solo, sullelicottero volo
(assolo di saxoprano sugli accordi del ritornello)
Il Murator Venerabile disse: Sei abile, vieni tra i miei!
Ecco il cappuccio e la tesseranumero uno-otto-uno-sei
Poi anni di truffe, di inganni e indicibili affanni, ma niente di ché:
davo una mano a Bettino, ospitavo mafiosi e pagavo lacchè
Mi sono fatto da solo, sullelicottero volo,
ma non schifo il motoscafo,
da cui mangio a sbafo, facendo loff shore
Mi sono fatto da solo, mi sono alzato dal suolo,
mi sono fatto sei reti
con trucchi e decreti da grande editor!
Regalo immagini e suoni e tutti mi tengo buoni,
ho dato un posto importante ad ogni brigante che mente per me
Mi son comprato un paese di gente che fa le spese,
e va al lavoro contenta, sognando villazze e pensioni da re
Ed ora che sono il padrone di questa nazione e comando il vapor,
ho sistemato i miei conti e cè un branco di tonti che mi crede ancor
se dico che
Mi sono fatto da solo, sullelicottero volo...

Rossi Lorenzo Ultimo Giro - MotoGP Catalunya 2009

MotoGP Catalunya 2009 Rossi Lorenzo Ultimo Giro streamingcalcio.com



Rossi Owns Lorenzo In Catalunya

Totally Looks Like

www.totallylookslike.com

Il Cavaliere e il suo fantasma, di Ezio Mauro

IL COMMENTO
Il Cavaliere e il suo fantasma
di EZIO MAURO

Dunque siamo giunti al punto in cui il Presidente del Consiglio denuncia pubblicamente un vero e proprio progetto eversivo per farlo cadere e sostituirlo con "un non eletto dal popolo". Un golpe, insomma, nel cuore dell'Europa democratica, come epilogo dell'avventura berlusconiana, dopo un quindicennio di tensioni continue introdotte a forza nel discorso pubblico italiano: per tenere questo sventurato Paese nella temperatura emotiva più adatta al populismo che può dominare le istituzioni solo sfidandole, fino a evocare il martirio politico.

È proprio questa l'immagine drammatica dell'Italia che l'uomo più ricco e più potente del Paese porta oggi con sé in America, all'incontro con Obama.

Solo Berlusconi sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver conquistato per tre volte il favore del Paese.
Quest'uomo ha con sé il consenso, i voti, i numeri, i fedeli. Ma non ha pace, la sicurezza della leadership, la tranquillità che trasforma il potere in responsabilità. Lo insegue l'altra metà di se stesso, da cui tenta di fuggire, sentendosi ghermito dal fondo oscuro della sua stessa storia. E' una tragedia del potere teatrale e eccessiva, perché tutto è titanico in una vicenda in cui i destini personali vengono portati a coincidere col destino dell'Italia. Una tragedia di cui Berlusconi, come se lo leggesse in Shakespeare, sembra conoscere l'esito, sino al punto da evocare la sua fine davanti al Paese.

In realtà, come è evidente ad ogni italiano di buon senso, non c'è e non ci sarà nessun golpe. C'è invece un rapido disfacimento di una leadership che non ha saputo diventare cultura politica ma si è chiusa nella contemplazione del suo dominio, credendo di sostituire lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico.

Oggi quel potere sente il limite della sua autosufficienza. Ciò che angoscia Berlusconi è il nuovo scetticismo istituzionale che avverte intorno a sé, il distacco internazionale, il disorientamento delle élite europee, le critiche della stampa occidentale, la freddezza delle cancellerie (esclusi Putin e Gheddafi), lo sbigottimento del suo stesso campo: dove la regolarità istituzionale di Fini risalta ogni giorno di più per contrasto.

Il Cavaliere sente di aver perso il tocco, che aveva quando trasformava ogni atto in evento, mentre lo spettacolo tragicomico dei tre giorni italo-libici dimostra al contrario che le leggi della politica non sono quelle di uno show sgangherato.

Soprattutto, Berlusconi capisce che la fiaba interrotta di un'avventura sempre vittoriosa e incontaminata si è spezzata, semplicemente perché gli italiani improvvisamente lo vedono invece di guardarlo soltanto, lo giudicano e non lo ascoltano solamente. E' in atto un disvelamento. Questa è la crepa che il voto ha aperto dentro la sua vittoria, e che è abitata oggi da queste precise inquietudini.

Il Cavaliere ha infatti ragione quando indica i quattro pilastri che perimetrano il campo della sua recente disgrazia: le veline, le minorenni, lo scandalo Mills e gli aerei di Stato. Giuseppe D'Avanzo, che su questi temi indaga da tempo con risultati che Berlusconi conosce benissimo, spiega oggi perché siano tutt'altro che calunnie come dice il premier. Sono quattro casi che il Cavaliere si è costruito con le sue mani, che lo perseguitano perché non può spiegarli, che lui evoca ormai quotidianamente mentre tenta di fuggirli, e che formano insieme uno scandalo pubblico, tutt'altro che privato: perché dimostrano, l'uno insieme con l'altro, l'abuso di potere come l'opinione pubblica comprende ogni giorno di più.

E' proprio questo il sentimento del pericolo che domina oggi Berlusconi. Incapace di parlare davvero al Paese, di confrontarsi con chi gli pone domande, di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti, reagisce alzando la posta per trascinare tutto - le istituzioni, lo Stato - dentro la sua personale tragedia: di cui lui solo (insieme con la moglie che di questo lo ha avvertito, pochi giorni fa) conosce il fondo e la portata. Reagisce minacciando: l'imprenditore campione del mercato invita addirittura gli industriali italiani a non fare pubblicità sui giornali "disfattisti", quelli che cioè lo criticano, perché la sua sorte coincide col Paese. Poi si corregge dicendo che voleva invitare a non dar spazio a Franceschini, come se non gli bastasse il controllo di sei canali televisivi ma avesse bisogno di un vero e proprio editto. E' qualcosa che non si è mai visto nel mondo occidentale, anche se la stampa italiana prigioniera del nuovo conformismo preferisce parlar d'altro, come se non fosse in gioco la libertà del discorso pubblico, che forma l'opinione di ogni democrazia.

In realtà Berlusconi minaccia soprattutto se stesso, rivelando questa sua instabilità, questa paura. Se sarà coerente con le sue parole, c'è da temere il peggio. Cosa viene infatti dopo la denuncia del golpe? Quale sarà il prossimo passo? E se c'è una minaccia eversiva, allora tutto è lecito: dunque come userà i servizi e gli altri apparati il Cavaliere, contro i presunti "eversori"? Come li sta già usando? Chi controlla e chi garantisce in tempi che il premier trasforma in emergenza?

Attendiamo risposte. Per quanto ci riguarda, continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale, dove la dialettica e anche lo scontro tra la libera stampa e il potere legittimo del Paese fanno parte del gioco democratico. Poi, ognuno giudicherà dove saprà fermarsi e dove potrà arrivare questo uso privato e già violento del potere statale da parte di un uomo che sappiamo pronto a tutto, anche a trasformare la crisi della sua leadership in una tragedia del Paese.

(14 giugno 2009)

sabato 13 giugno 2009

World of Warcraft Mountain Dew Game Fuel WoW



Fonte

Telese e il libro di Gasparri

Gasparri si offende e dà del nazista a Telese (Tetris 11/06/2009)

Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, finge di abbandonare gli studi di Tetris, dopo che Telese ha fatto il suo tipico gesto (ben noto agli aficionados della sua trasmissione) con cui "si libera" in modo brusco un libro. In questo caso, il "curioso" lancio è toccato all'ultima "fatica" letteraria di Gasparrone, Il viaggio del Popolo della Libertà.
Per tutta risposta l'ex camerata ha prima sorriso istericamente, poi ha appellato come "nazista" Telese, scatenando ilarità in studio. Alla fine abbandona temporaneamente gli studi e ci torna, dichiarando con pathos bruciacuore che lui ha un grande rispetto e sensibilità per i libri.
Resta il dilemma amletico: chi ha scritto il libro di Gasparri?

Tutti sono utili, Berlusconi è necessario

Lost In Berlusconi

Calderoli il sofisticato dandy di città

AHGAHGAHAG

Your Logo Makes Me Barf

http://www.yourlogomakesmebarf.com/

The Great Office War

Marina - Finalmente Ho Comprato L'Uccello

Veronica - Le Banane (1977)

venerdì 12 giugno 2009

Il nuovo logo dell'Italia del turismo presentato al TG4 dal neo Ministro

Il nuovo logo dell'Italia del turismo presentato al TG4 dal neo Ministro.

Una sveltina...

mercoledì 10 giugno 2009

Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali, Senato

Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali, Senato



Beppe Grillo è ascoltato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla proposta di legge popolare Parlamento Pulito

lunedì 8 giugno 2009

Big Ball Knockouts

Milk?


Got Milk? - Watch more Funny Videos

Vietnam traffic Intersection

Watching Porn

Depression Dog

Polar Bear

Berlusconi padrone della RAI

La giornalista Rai a Berlusconi: "Lei è il padrone di casa" (5giu2009)

Giuliana Del Bufalo, direttora di Rai Parlamento: «Ci resta un minuto, non cè più tempo per altre domande». Papi: «Posso sfruttarlo io?». Del Bufalo: «Si figuri, lei è il padrone di casa».

Europee 2009, il Tg5 si autocensura

Dalla postazione del Viminale, il giornalista del Tg5 Gioacchino Bonsignore s'informa sui dati elettorali delle scorse elezioni politiche per confrontarli con quelli delle europee. Risultato: il PdL è in forte calo, ma guai a dirlo in Tv: "Lo chiedo solo per curiosità, per capire chi ha perso, non penserai mica che lo diciamo"! E chi lo pensa?! Del resto il lavoro del giornalista è questo: non dire nulla, mai!

Dylan Dog - Storia di nessuno

Estratto da Dylan Dog, Albo n. 43, Aprile 1990 - "Storia di nessuno" di Tiziano Sclavi e Angelo Stano

http://img35.imageshack.us/img35/7479/storiadinessunolow.jpg

:)

domenica 7 giugno 2009

Fabio Volo Comunista

Last Day Dream di Chris Milk

Acclaimed director Chris Milk recently released a short film entitled Last Day Dream as part of the 42-Second Dream Film Festival in Beijing, China. Its a touching film for having such a short duration.
Chris Milk is known for directing music videos for Kanye West, U2, Green Day, and more. His portfolio can be found at chrismilk.com.

La forza dell'Amore

Cat On / off

Star Wars - Guerre Stellari

Star War - Darth Vader joke



Darth Vader Feels Blue



What if Obi-Wan had used Force Speed?

sabato 6 giugno 2009

El Camino del Rey, Spagna



Il Caminito del Rey (Sentiero del re) è un percorso costruito lungo le pareti del Desfiladero de los Gaitanes a El Chorro, vicino a Álora (Malaga). Si tratta di un passaggio pedonale di 3 km con lunghe rampe larghe appena 1 m sospese fino a 100 m di altezza sul fiume, su delle pareti praticamente verticali. Attualmente si trova in condizioni fatiscenti, quasi tutto il percorso è privo di balaustre e ci sono dei tratti crollati dove resta solo la trave di supporto. Tutti questi fattori hanno contribuito alla nascita di una leggenda nera in seguito alla morte di alcuni escursionisti che avevano cercato di attraversarlo. Wikipedia.

Il video fa paura, sia per le condizioni del camminamento, veramente pericoloso, sia per la velocità con cui l’autore del video, danielahnen, lo percorrere. C’è da dire che per passare da questa parti, oltre alla vita, si rischia di prendere una multa, visto che l’ingresso, ovviamente, è (sarebbe) vietato. Le autorità locali hanno in progetto di ripristinare la sicurezza del camminamento; speriamo che non finisca come per tanti film di casa nostra.

Fonte

David Carradine muore masturbandosi


David Carradine potrebbe essere morto per un gioco sessuale

Bangkok, 5 giu. (Apcom) - Potrebbe aver perso la vita per un gioco sessuale mal riuscito l'attore americano David Carradine, il Bill "Incantantore di serpenti" in "Kill Bill" di Quentin Tarantino e star della serie tv anni Settanta "Kung Fu". Lo ha reso noto la polizia tailandese lasciando così in sospeso l'ipotesi del suicidio. L'attore era stato trovato morto ieri mattina nella sua stanza d'albergo a Bangkok, dove si trovava per terminare le riprese del film francese "Stretch" di Charles de Meaux. Mancavano solo tre giorni all'ultimo ciak.

"Aveva una corda attorno al suo collo e un'altra attorno al suo organo sessuale, legate insieme e attaccate al guardaroba" nella camera, ha dichiarato ai giornalisti il generale Worapong Siewpreecha della polizia metropolitana di Bangkok. "In queste circostanze non possiamo essere certi che abbia commesso un suicidio. Potrebbe infatti trattarsi di un gesto di masturbazione" estremo, ha affermato il poliziotto.

In un primo tempo la polizia aveva pensato che l'attore si fosse impiccato. Worapong ha raccontato che la polizia aveva interrogato la troupe del film che aveva spiegato come Carradine, il giorno prima della morte, avesse "bevuto birra dalla mattina alla sera". Entro 24 ore dovrebbero essere conosciuti i risultati dell'autopsia. Non sembra comunque ci siano segni di violenze. Intanto gli inquirenti stanno perquisendo la stanza in cerca di prove.

In particolare eseguiranno analisi su una bottiglia ritrovata in questa camera dell'hotel di lusso Nai Lert Park, in pieno centro a Bangkok. La polizia ha chiesto anche l'autorizzazione all'ambasciata americana negli Stati Uniti per poter interrogare la moglie dell'attore. Carradine faceva parte di una famiglia di attori hollywoodiani importanti, che conta il fratello, l'attore John Carradine, e il fratello Keith.

Nato a Hollywood l'8 dicembre 1936, Carradine ha intrepretato magistralmente Bill, "l'Incantantore di serpenti", nei due episodi di "Kill Bill" (2003 e 2004) di Quentin Tarantino. E' divenuto famoso per il ruolo di Kwai Chang Caine nella serie tv degli anni Settanta "Kung Fu" (ma anche nei sequel degli anni Ottanta e Novanta). Maestro di Tai chi e Qi Gong, ha recitato anche nel film di Martin Scorsese "America 1929 - Sterminateli senza pietà" (1972), in "Questa terra è la mia terra" (1976) e nell'"Uomo del serpente" (1977) di Ingmar Bergman.

Documentario Home - La nostra Terra

(Documentario visibile qui)

Stasera, su Retequattro, il documentario 'Home-La nostra Terra'
Venerdí 05.06.2009 13:30



'Home-La nostra Terra' non è semplicemente un documentario ben curato ed è più di un film emotivamente coinvolgente. E' un messaggio per salvare il mondo, un ambizioso progetto curato da Luc Besson e girato dal fotografo francese Yann Arthus-Bertrand. Top Secret, testata Videonews, lo presenta in esclusiva per la televisione, venerdì 5 giugno 2009, in seconda serata, su Retequattro. Conduce in studio Claudio Brachino, ospite Tessa Gelisio, volto di Pianeta mare e giornalista da anni impegnata nelle battaglie a favore dell'ambiente.

Il film ha per protagonista assoluto il Pianeta Terra, ritratto dall'alto nelle sue infinite sfaccettature: naturali e umane. Riprese aeree inquadrano cascate amazzoniche, fiumi africani, barriere coralline ma immortalano anche il paesaggio urbano con le sue distese di grattacieli e riprendono la fauna di cinque continenti. Si perdono tra le bidonville dei paesi africani e le oceaniche coltivazioni americane.

'Home-La nostra Terra' è un messaggio universale e proprio per la sua portata globale, uscirà contemporaneamente in 87 paesi, Italia inclusa, proprio il 5 giugno, la Giornata mondiale dell'ambiente indetta dall'Onu. Sono previste proiezioni su tutti i media, persino all'aperto a Parigi, Cancun, New York, Bristol e Barcellona e tutti i proventi saranno destinati all'associazione Goodplanet, fondata dallo stesso Arthus-Bertrand nel 2005 con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e salvare la Terra: la casa di tutti, home appunto.

Retequattro, il canale diretto da Giuseppe Feyles, è la naturale destinazione di questo progetto: infatti la Rete è da sempre attenta alle tematiche legate all'ambiente in generale e al territorio in particolare e manda in onda programmi come PianetaMare e Melaverde che, con grande successo, da anni approfondiscono questi argomenti.

Fonte

giovedì 4 giugno 2009

Jon Lajoie - Show Me Your Genitals

Damien Walters Showreel 2009

Le immagini proibite da Berlusconi

Le immagini proibite da Berlusconi
EL PAIS mostra in esclusiva le immagini censurate in Italia dopo una denuncia del Presidente del Consiglio.

EL PAIS mostra le fotografie scattate da Antonello Zappadu a Villa Certosa nel maggio 2008. I volti dei protagonisti delle immagini sono stati oscurati dall'autore tranne quello del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi. La settimana scorsa Il Cavaliere ha denunciato Zappadu per violazione della privacy e tentativo di truffa. Le fotografie rendono l'idea dell'ambente della residenza sarda del premier italiano indigato per l'uso di voli di stato con fini privati, in particolare per il trasferimento dei suoi invitati alle feste a Villa Certosa.

Il fotografo sostiene che "ogni weekened" voli di stato sotto la guida della Aeronautica Italiana sono arrivati in Sardinia con artisti, veline ed altri amici di Berlusconi. In agosto 2008 il premier italiano ha cambiato legge per consentire ai suoi invitati privati d'utilizzare i voli di stato. Le fotografie dimostrano che quattro mesi prima di questo cambiamento legale, Berlusconi aveva già viaggiato con il suo amico Mario Apicella e una ballerina di flamenco.

Il 4 giugno 2008 cinque mezzi di trasporto aereo privati, proprietà del Presidente del Consiglio, sono stati nominati come voli di stato. Gli elicotteri ed aerei appartenevano alle società Alba e Fininvest.

Articolo originale









Crocodile

http://dsc.discovery.com/videos/crocodile-feeding-frenzy-high-speed-bite.html

Stephen King's Novella Morality In The July 2009 Esquire Magazine

Stephen King's Novella Morality In The July 2009 Esquire Magazine

As I reported earlier this year, the new Stephen King novella entitled Morality is featured in the July 2009 issue of Esquire magazine. The magazine should be on newsstands this week and features the Israeli model, Bar Refaeli on the cover with a temporary tattoo of the story covering her body.

Here is a brief synopsis of the story: Chad, an aspiring writer who is teaching school until he lands a publishing contract, and his wife, Nora, who is working as a home nurse for a retired minister, are like most people these days struggling financially. Nora is approached by her employer with a proposition that could make their dream of a home in Vermont a reality. But will it be worth the moral consequences?

Teaser Trailer REC 2 (English)

mercoledì 3 giugno 2009

punkguy1986 on youtube

please tell me y



pretty fly 4 a white guy

La Realtà Berlusconi. Censurato in Italia 6 di 6

PS3 Motion Controller

Mad Men: The Carousel - La ruota del destino

La ruota del destino
Filmato tratto dalla tredicesima e ultima puntata della prima stagione di "Mad Men"

Questo, il modo in cui venivano presentati i prodotti della Kodak nella realtà, negli anni '60: http://www.youtube.com/watch?v=qBWVWj...

Ambientato nella New York degli anni sessanta, il telefilm tratta della vita di alcuni pubblicitari che lavorano per l'agenzia Sterling&Cooper di Madison Avenue e si concentra sul dirigente e creativo Don Draper.
L'ambientazione storica della serie ritrae i cambiamenti sociali in atto negli Stati Uniti in quel decennio.

http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=425842

George W. Bush - Failures and Successes

Nine Inch Nails - The Day The Whole World Went Away

Terminator Salvation Soundtrack - Nine Inch Nails - The Day The World Went Away

Vacuum - I Breathe

death-star-destroys-enterprise

http://current.com/items/90029658_death-star-destroys-enterprise.htm

martedì 2 giugno 2009

Massimo Gramellini - Sogno o sondaggio

Il futuro lo hanno ucciso in tanti, ma di una cosa sono sicuro: tutti gli assassini avevano un sondaggio in mano. Manager, giornalisti, politici: da anni nessuno osa assumere un'iniziativa senza l'avallo del più ingannevole rivelatore della volontà popolare. Secondo l'ultima di queste trappole, commissionata dal quotidiano Usa Today, la maggioranza degli americani è contraria alla chiusura del carcere di Guantanamo. Immagino che, opportunamente titillata, risulterebbe favorevole anche al taglio delle mani per i ladri. Ma dove sta scritto che la spinta emotiva del Numero debba guidare le scelte di una nazione o di un'impresa? Il popolo dei sondaggi è il popolo del qualunquismo, perché è chiamato a dare, in un istante, risposte semplici a realtà complesse.

Il sondaggio ha paura del futuro, quindi è lo strumento ideale per questa dittatura dell'eterno presente in cui ci troviamo impastoiati, con una classe dirigente debole e piaciona che non ha capacità di visione né coraggio di innovare e trova nelle opinioni conservatrici del pubblico un alibi alla propria ignavia. Il sondaggio rappresenta la negazione della democrazia: le elezioni servono per delegare ad altri il potere di assumere decisioni informate, ma il sondaggio ritira la delega e la restituisce a chi non ha tempo e strumenti per esercitarla. «Le riforme vanno realizzate un attimo prima che i cittadini si accorgano della loro necessità», diceva Cavour, che se avesse consultato sondaggi non avrebbe certo fatto l'Italia, né tante altre cose che gli sono venute anche meglio.

Fonte

I miti degli anni 80-90 oggi...

http://www.leiweb.it/people-e-news/star-e-gossip/09_g_personaggi_famosi_anni80_meteore.shtml

Fill flash in controluce

Gli istruttori insegnano, ma è intuitivo, che le condizioni migliori per scattare una foto si hanno generalmente con il sole alle spalle o di lato. Il controluce è da evitare: il soggetto risulterebbe infatti molto scuro con uno sfondo chiaro. Certo, in alcune circostanze l'effetto ottenuto può piacere: a volte si vuol ritrarre solo la silhouette e se si riesce ad ottenere un'aura luminosa intorno al soggetto grazie alla luce diffusa sulla sua superficie si possono scattare foto memorabili. Ma se non è questa la nostra intenzione, generalmente i risultati sono così scarsi da farci rinunciare. Peccato che in molte circostanze il nostro volatile preferito lo incontriamo proprio in una situazione di controluce, anche perché in questa situazione spesso noi siamo meno visibili e non lo disturbiamo.

In gran parte dei casi, il fill-flash può permetterci di scattare una bella foto. I due esempi qui sotto descrivono il concetto meglio di tante parole: le foto a sinistra sono state scattate senza fill-flash, mentre quelle a destra ne hanno tratto beneficio.

Un tipico problema con l'uso del fill-flash è il limite sul tempo di esposizione. Molte macchine fotografiche, come la Nikon D100 usata in questi primi esempi, se usate con il flash attivo impongono un limite inferiore al tempo di otturazione (chiamato sync-time) nell'ordine del 1/200 di secondo. Di giorno e con il sole può essere un problema, perché richiede di chiudere notevolmente il diaframma (ecco il perché di quel diaframma f/20 nella foto di destra). Chiudere il diaframma vuol dire estendere la profondità di campo e, pertanto, non è possibile isolare bene il soggetto dallo sfondo (fortunatamente, nel nostro esempio, lo sfondo era piuttosto uniforme e non ha creato problemi - ma purtroppo non è un caso tipico).

Altre macchine, come la Nikon D70, possono lavorare con sync-time fino a 1/500 di secondo ed il problema non si pone. Va notato però la D70 è una macchina "strana": è di fascia medio-bassa (e non eccessivamente costosa), ma ha un sync-time da professionisti. Viceversa molte macchine di fascia alta e persino molto alta hanno sync-time inaspettatamente bassi. Quindi, prima di iniziare a provare, verificate le caratteristiche del vostro equipaggiamento per evitare sorprese.

Il resto qui.

Chinaski77 ha scritto Ristorantopoli

Ho scritto un libro: compratelo!

E così ho scritto un libro. Anche il Cane, tecnicamente, era un libro che avevo scritto, solo che l’avevo scritto senza sapere che lo stavo scrivendo, il che aveva reso la faccenda un po’ strana, in un certo senso. Questo invece è proprio un libro da cima a fondo e intendo dire un libro con le pagine, l’introduzione, il codice a barre, i sedili in pelle e tutto quanto. Dopo aver fatto per bene e da bravo la sua giusta trafila – ideazione (va beh), realizzazione, pubblicazione, distribuzione – ora manca solo un passaggio, cioè venderlo.
La parte del venderlo è quella più complicata, visto il mio carattere: cioè io sarei più uno che scrive un libro per il gusto e il divertimento e la soddisfazione di scriverlo, poi lo dà all’editore, l’editore lo mette in vendita e le persone lo comprano spontaneamente da subito per il semplice motivo che io sono una persona molto simpatica e che il libro è bello e che si vede che è bello già solo a guardarlo, mentre nel frattempo io torno alle mie faccende e poi un giorno l’editore mi dice che il libro è piaciuto e ha venduto e io sono ancora più contento e riscrivo un altro libro per il gusto e il divertimento eccetera e così all’infinito finché un altro giorno un fascio di luce mi preleva dal divano e mi trasporta su un divano parallelo al cospetto dell’Altissimo che guarda caso se ne sta lì con uno dei miei libri tra le mani e mi dice “ottimo lavoro, cazzo” e io da contento divento beato e tutto fila liscio in eterno.
Mi hanno spiegato, però, che la vita potrebbe funzionare in un altro modo, e allora, ad esempio, c’è il caso che il libro sia un bel libro e che nessuno lo compri, e questo non solo rischierebbe di interrompere la catena di produzione di libri che mi serve per sentirmi realizzato e felice (con una evidente interruzione nella catena di produzione di realizzazione e felicità che ci unisce: Chinaski infelice -> blog abbandonato -> lettore depresso -> suicidio collettivo), ma – lo riconoscerete - sarebbe proprio un peccato in senso assoluto e il mondo diventerebbe un posto ancora più brutto.
Nel caso invece che (per assurdo) il libro non sia bello, bene, non avrebbe comunque senso non comprarlo o non averlo comprato, al massimo avrebbe senso non ricomprarlo e infatti io vi prometto che, nel caso lo compriate e ne risulti che non era un bel libro, io non vi chiederò di ricomprarlo, anche se, voglio dire, potreste ricomprarlo lo stesso, no? Per farmi un favore. Non è che siamo qui a determinare la quantità di giustizia universale globale, che volete che succeda se ricomprate un libro che non vi è piaciuto, solo per aiutare un vostro amico? Come? Ma certo che siamo amici (se comprate il libro).
Detto questo, vengo alla presentazione del libro (per caso c’è un limite al numero di volte che posso usare la parola “libro”?) vera e propria.
Allora, se ho già detto che è un libro, rimane solo da dire che il libro è questo qui:



Il titolo naturalmente è Ristorantopoli e non Mauro Zucconi. Mauro Zucconi sono io.
Se vi state chiedendo “come mai Ristorantopoli?”, beh, il fatto è che il libro, a voler essere precisi, è uno pseudo-manuale per clienti nevrotici di ristorante, che è un concetto un po’ difficile da rendere in breve. Infiniti titoli sono stati pensati e poi sono stati accantonati e poi ripresi e ripensati e riaccantonati di nuovo, dal “Come ritrovare il proprio cappotto a fine pasto” a “Non è un pranzo per femminucce” a “Come diventare il mio pane”. Quest’uomo qui e la sua fertile immaginazione avevano suggerito una quarantina di alternative e tra tutte alcune erano davvero buone, come “Pane, burro e Diazepam”, che è un titolo diesel ma efficace, o “Come diventare il mio piatto di cappelletti”, sempre sognando una lunga e fortunata serie di Come diventare qualcosa di assolutamente imbecille (uhm, niente male anche questo, segnatevelo), mentre sua moglie aveva suggerito il mirabolante “Non è tutto brodo quello che luccica” e altri avevano pensato altre cose, ma, insomma, alla fine l’editore ha scelto diversamente.
Il titolo è dunque Ristorantopoli e non il simboletto del bicchiere e della forchettina che stanno appena sotto (avevamo pensato di usare quello ma nessuno riusciva a pronunciarlo).
Se invece vi state chiedendo “come mai Mauro Zucconi?”, mi piacerebbe poter dire che è perché sono figlio di quel famoso giornalista che tutti conosciamo, ma non è così, e poi il mio vero padre ci rimarrebbe male. Attualmente ci sono due teorie sul motivo per il quale i miei avi sono stati chiamati Zucconi: la prima è che, è ovvio, trafficassero nel commercio delle zucche, cosa che non è molto affascinante. La seconda è che non capissero un cazzo di niente, cosa che se non altro rivaluta la faccenda delle zucche.
Comunque, essendo uno pseudo-manuale, non è un romanzo. Avevo pensato di scrivere un romanzo, e tra l’altro nemmeno un romanzo qualsiasi ma un romanzo coi fiocchi, con una storia originale e imprevedibile e che alla fine ti insegna o ti dice qualcosa di molto profondo e vero sulla morte e sulla vita (ma lo fa già Ristorantopoli) e con dentro molti personaggi indimenticabili di quelli che poi quando finisci il libro ti mancano e insomma un romanzo che avrebbe rivoluzionato il panorama letterario contemporaneo, ma poi ci ho pensato bene e mi sono detto “ma no, scriviamo uno pseudo-manuale per clienti nevrotici di ristorante, piuttosto”, e così ho fatto. Se dopo aver comprato e letto lo pseudo-manuale volete che scriva anche un romanzo, non dovete far altro che compilare l’apposito cartoncino che troverete all’interno, ma il mio editore mi ha detto che per farmi scrivere un romanzo devo vendere almeno 100.000 copie dello pseudo-manuale, quindi, ragazzi, sotto con le banconote (Jisus ha già ordinato 12.000 copie su Ibs).

Ma che cos’è Ristorantopoli? A che cosa serve? A chi si rivolge? Quante copie bisogna comprarne prima di cominciare a vederne i benefici? Quali sono i benefici? Come posso inviare all’autore tutti i miei soldi? È vero che leggerlo mi allungherà il pene?
Cercherò infine di rispondere brevemente a tutte queste domande e comunque rimango a disposizione nel mio ufficio per tutte quelle che vi possono venire in mente.

1. Di che cosa parla Ristorantopoli?

Ristorantopoli parla di te. Qualcuno potrebbe lasciarsi ingannare dal titolo, dalla copertina, dal sottotitolo, dalla dicitura, dal bicchierino con la forchetta, dalla quarta di copertina e dalle note sull’autore dove si dice che sono un giornalista gastronomico e un aiuto-cuoco e dunque pensare che parli di ristoranti, ma non è così. Parla di te. Delle tue paure, dei tuoi segreti, delle tue gioie, degli occhi di tuo figlio, dell’amore. È un libro sull’uomo, sui misteri della psiche, sulle pasticche che si devono prendere, su quanto alcol sarebbe meglio assumere. E poi, sì, su come fare o non fare tutto questo al ristorante.

2. Perché al ristorante?

Soltanto leggendo il libro lo si può capire. Ma bisogna comprarne e leggerne almeno due copie, altrimenti non lo si capisce bene.

3. A chi si rivolge?

Il lettore ideale, nel senso del destinatario, sarebbe il lettore nevrotico. Il libro è - come forse mi sono dimenticato di dire - uno pseudo-manuale, perciò pretende di aiutare il lettore a correggere certi comportamenti e certe folli catene di pensieri che il lettore tende a far verificare ogni volta che deve agire in mezzo alla gente. Il lettore nevrotico è dunque quello che può trarre maggiore soddisfazione dalla lettura del libro, per quanto la parola “pseudo” indichi molto bene che né l’autore, né il libro, né il lettore nevrotico abbiano la benché minima fiducia nelle possibilità terapeutiche di qualsiasi cosa.
Il lettore ideale, non nel senso del destinatario, sarebbe quello che compra dieci-venti copie e che mi scrive una mail per dirmi che il libro è meraviglioso e che poi da quel giorno mi manda ogni mese un assegno di 1.500 euro.

4. E il lettore non nevrotico?

Non esiste un lettore non nevrotico.

5. Le battute non mi fanno ridere. Come mai?

La tua copia di Ristorantopoli potrebbe essere difettosa. Puoi provare a tornare in libreria e fartela sostituire con un’altra, ma io consiglio di acquistare direttamente una copia nuova. Se invece il problema risiede nel tuo senso dell’umorismo (non nel senso che hai un senso dell’umorismo difettoso o inferiore a quello dell’autore del libro – questo non è possibile - ma nel senso che ne hai uno troppo più raffinato), comprare due copie al giorno, una al mattino e una prima di andare a letto, per quindici giorni, dovrebbe risolvere il problema.

6. Il libro è di una qualche utilità?

Grazie per la domanda.
Il libro, oltre a essere il libro sui nevrotici o sui ristoranti più divertente che io abbia mai scritto, è anche molto utile e insegna molte cose che andrebbero proprio sapute e che sono di universale interesse. Tra le più degne di nota:

- come invitare una ragazza a cena e farci sesso (per i ragazzi)
- come farsi invitare a cena senza dover necessariamente fare sesso (per le ragazze)
- come avere un trattamento di favore dal cameriere lasciandogli intendere che potrebbe avere qualche chance di fare sesso ma senza poi doverci fare sesso, oppure facendocelo (per le ragazze)
- come fare sesso con tutte le cameriere contemporaneamente (per i ragazzi)
- come allungarsi il pene (per i ragazzi)
- come allungargli il pene (per le ragazze)
- come non farsi sputare nel piatto.
- come farsi fare lo sconto.
- come mangiare e non pagare.
- come correre molto ma molto rapidamente.
- come essere autoritari.
- come prenotare il mio cane.

7. Dove lo trovo?

Ovunque ci sia un bambino bisognoso. Ma soprattutto in libreria. E sui siti di vendita online. Forse nei supermercati e nelle edicole, non si può mai sapere. Sicuramente a casa a ore pasti. Per il resto è un libro imprevedibile e pieno di risorse: stamattina mi sono alzato e sono andato in bagno e l’ho trovato lì, sulla tazza, che si leggeva da solo.

8. Vorresti ringraziare qualcuno?

È molto gentile da parte tua usare una delle dieci domande (perché devono essere dieci) per darmi la possibilità di ringraziare le persone che in qualche modo hanno contribuito alla realizzazione del libro. Queste persone sono:

Uragano Truppa, senza il quale il mio libro non sarebbe stato possibile. Lui ha creduto in me anche quando nessuno, nemmeno lui, credeva in me. Insostituibile manager-agente-legale di fiducia-tuttofare, ogni volta che era il caso si è sempre precipitato via mail per vedere se avessi bisogno.

Il Padre e Jisus, senza i quali questo autore non sarebbe stato possibile. I migliori genitori che abbia mai avuto, senza ombra di dubbio: dotati di un finissimo senso dell’umorismo, hanno letto tutte le parti del testo che non contenevano parolacce come v***** e come p*** e simili, e le parti che non contenevano riferimenti s*******, e mi hanno dato sempre giudizi imparziali (“bellissimo”, “eccezionale”, “sei un c**** di genio, figliolo!”, ecc.). Mi hanno anche offerto centinaia di cene e centinaia di bottiglie di vini che non mi sarei potuto permettere.

Astutillo Smeriglia, senza il quale Uragano Truppa non sarebbe stato possibile, e per l’incessante consulenza tecnico-umoristica, per l’attenta revisione, per aver fornito quello che che ogni scrittore di un libro desidera e non desidera al tempo stesso, cioè un giudizio obiettivo nel quale finalmente si riconosceva il mio indiscutibile e formidabile genio. Per essere come un fratello. Per avermi tamponato a Interlagos.

La ragazza di Smeriglia, senza la quale il mio libro sarebbe stato possibilmente pieno di erori di ortografica. Ha letto e riletto il manoscritto (manoscritto al computer) giorno e notte per un anno intero, cominciando prima a correggere i semplici errori di battitura fino a quelli di grammatica e poi cominciando a disquisire sulle scelte lessicali e sulle battute, gli argomenti e i concetti, presentandomi alla fine un’opera originale di sua personalissima produzione che, pur essendo notevolmente più bella della mia, non era la mia e che dunque non è stato possibile pubblicare. Non te la prendere, Ragazza di Smeriglia, sarà per la prossima volta.

Ema, senza la quale niente sarebbe possibile, compreso tu. Per essersi letta, ascoltata, sciroppata, elaborata e trangugiata ogni singola parola del mio libro e di me stesso, più tutte le parole che poi sono state escluse e quelle che sono state anche solo pensate, più l’autore, quotidianamente, giorno e notte.

9. Un’ultima cosa: potresti produrre un esempio del libro, così che io possa capire se davvero lo voglio?

Ma certo. E ce l’ho stranamente qui già pronto:

“A tutti capita prima o poi di invitare a cena una donna (o un uomo) perché la si vorrebbe portare a letto (ma anche il sedile posteriore della macchina o il sedile del water del cesso del ristorante andranno benissimo). È un argomento talmente vasto che esistono effettivamente centinaia di manuali fai da te al riguardo, anche se mi rendo conto che in questo caso l’espressione “fai da te” deve avere un suono sinistro. Se uno (o una) è particolarmente imbranato, può darsi che riesca a cenare con diverse persone con cui vorrebbe fare sesso ma senza farci veramente sesso, il che potrebbe anche collocarlo nella sezione dove si spiega come farsi pagare i pranzi e le cene usando il sesso come specchietto per le allodole, ma dalla parte delle allodole.
Secondo un recente studio che ho trovato nella lettiera del mio gatto, inoltre, niente di quello che un essere umano fa può aumentare in nessun caso le chance di accoppiamento con un altro membro della stessa specie o di altre specie a piacere, mentre quasi tutto può diminuirle.
Rovinare tutto è facilissimo, e dipende in gran parte dal tipo di persona che si ha di fronte, dal momento che i gusti della gente sono imprevedibili e irrazionali: a una donna può piacere l’uomo spigliato, a un’altra quello arrogante, a un’altra ancora quello maleducato o addirittura quello invadente e a corto di comprendonio, tutti gli uomini sono appetibili per qualche motivo, nessuno escluso, tranne quello imbranato […].Che poi è un discorso animale, genetico e istintivo, di selezione naturale, è ovvio, perché una donna sicura di sé tenderà a scegliere un uomo sicuro di sé per generare un figlio sicuro di sé e aumentare le proprie possibilità di dominare il mondo, mentre una donna insicura sceglierà di nuovo un uomo sicuro di sé ma questa volta per bilanciare il proprio deficit caratteriale, e poi vengono le zitelle, le suore, le bambole gonfiabili, le amanti degli uomini sicuri di sé delle altre, e solo a questo punto vengono le donne che scelgono deliberatamente di accoppiarsi con uomini insicuri e imbranati, ma lo fanno solo per un errore di valutazione, generalmente perché in loro hanno visto dapprima qualità eteree come l’intelligenza, la bontà, il senso dell’umorismo o il fatto che avessero un nickname che finisce con un numero, e soltanto dopo il resto, oppure perché pensano di redimerli, per tirarsi su il morale, per avere di fronte un costante esempio di un individuo costantemente inferiore .
Non per fare discorsi maschilisti o sessisti, ma i dati statistici dello studio sopraccitato confermano che gli uomini cercano nelle donne ben altre caratteristiche (la vagina) e non sono affatto disturbati da una donna insicura o imbranata, anzi spesso la trovano adorabile e sessualmente attraente, e questo perché quasi sempre gli uomini sicuri di sé sono inconsciamente insicuri di sé e preferiscono avere al proprio fianco persone da accudire e che facciano leva sul loro istinto di protezione. Tutto questo – è chiaro – solo dopo averci fatto sesso (prima di averci fatto sesso, l’unica cosa che può rendere una donna non attraente per un uomo e che non sia una donna ma un comodino).”

10. Trovo che sia straordinario, vado subito a comprarlo. Scusa se ho dubitato.

Ti perdono.