venerdì 9 maggio 2008

Il nome della Sega - Capitolo 10

Dopo un'estenuante attesa ritornano le gesta di Ricy fratello Mezzasega aka "quello che lo prende in culo" e dei suoi baldi amici amanuensi!

Riciard sedeva assorto, gli occhi che non vedevano la rivista che gli stava davanti.
La cena si era rivelata una ulteriore conferma di quello che gia' da tempo aveva cominciato a capire. La sua teoria era semplice e non lasciava adito a elucubrazioni trascendentali.
Per quanto fino a quel momento si fosse sforzato di provare il contrario, ormai l'aveva capito: Fratello Bukkake aveva un'attrazione fisica nei suoi confronti. Il monaco orientale gli era sempre stato vicino, una presenza costante, pronta a dissetarlo con le sue piacevoli tisane ed infusi il cui ingrediente principale era per lui sempre rimasto un mistero.
Riciard apprezzava sia le bevande che le medicine del confratello.
A dire il vero, le supposte ricavate da impacchi di erbe inseriti dentro a palloni da rugby regolamentari gli avevano destato dei dubbi che tuttavia si erano presto fugati quando' pote' testare egli stesso la bonta' di tale soluzione.
Ricordando il fatto le sue labbra si incresparono in un mite sorriso. Si, gli piacevano quelle supposte.
Dei forti colpi si abbatterono sulla porta davanti a lui - ALLORA QUANTO CI VUOLE ? PENSI DI AVERLO SOLO TU UN CULO DA SVUOTARE QUI DENTRO ?
Riciard sobbalzo' sulla tazza del water, quella che aveva sentito era la voce di Padre Anal.
Costui era molto temuto da tutti per l'aspetto burbero e la consuetidine di infilare il proprio pene tra i mattoni dei muri cosa che l'aveva reso duro e forgiato come un manganello di acciaio inossidabile.
- Padre Anal, chiedo venia! la salsa di fratello Bukkake deve avermi messo in moto l'intestino - fece Riciard con un filo di voce.
- AH' ! SEI FRATELLO MEZZASEGA, DOVEVO IMMAGINARLO, SE NON ESCI ENTRO 30 SECONDI GIURO CHE TIRO GIU' LA PORTA A COLPI DI CAZZO E POI TI CACO IN TESTA FINO A FARTI DIVENTARE CASTANO!
Riciard, ormai spaventato si rese conto con orrore che nel bagno non c'era la benke' minima traccia di carta igenica. Il volto di gesu' che lo fissava dalla rivista che aveva nella mano sinistra gli si rivelo' come un segno divino ad un santo. Sapeva che lui era li per aiutarlo e convincendosi di questo boffocchio' una preghiera di ringraziamento prima di strappare la pagina e pulirsi il culo con l'effige del salvatore. Tuttavia la carta patinata non si rivelo' una compagna ideale per l'operazione di raschiatura delle sue scarne chiappe.
- MI STO CACANDO ADDOSSO! BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA, APRI LA PORTA ! APRI QUESTA FOTTUTA PORTAAAA!!! I pesanti colpi di cazzo si intensificarono e Riciard udi' un sinistro scricchiolio. I battenti stavano cedendo.
- Ho quasi finito! - gemette con voce soffocata
- Mi sto pulendo ed esco! la prego di avere un po' di pazienza
- TE LA PUOI FICCARE IN CULO LA PAZIENZA, STO PER ESPLODERE FRATELLO MEZZASEGA. SE NON APRI QUESTA PORTA DOVRO' ANDARE A CACARE NELLA FONTE BATTESIMALE DELLA CAPPELLA E POI TI CI BATTEZZERO'.... MIO DIO MIO DIO STO PER CACARE, APRI QUESTA CAZZO DI PORTA, APRILAAAAAA!!!!
Riciard stava cercando di montare a cavalcioni del lavandino per finire di pulirsi idricamente il culo quando con un sonoro botto la porta si schianto' e l'imponente sagoma di un Monaco robusto col cazzo in mano si introdusse precipitosamente nella stanza e afferrando il cesso come se fosse il sacro graal ci si sedette sopra.
Il volto del nuovo arrivato era paonazzo e la sua espressione era un misto tra un orgasmo di maiale e un carburatore.
Quello che segui' fece raggelare il sangue nelle vene a Riciard.
Mentre padre Anal digrignava selvaggiamente i denti, delle vere e proprie esplosioni, come botti di capodanno risuonavano dalla tazza del water che comincio' ben presto a creparsi.
Riciard spaventato scese dal lavandino e se la diede a gambe prima che il cesso esplodesse in mille pezzi. I barriti di Padre Anal lo seguivano nello stretto corridoio come il canto di una balena.
All'improvviso una porta alla sua destra si apri' e 2 forti braccia lo tirarono dentro.



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